Occasione persa che mette in luce una strategia egocentrica di Parigi.
L’intervento del governo di Macron nella trattativa ormai alla chiusura per la fusione tra i colossi FCA e Renault fa discutere. Ma a farla da padroni non sono i commenti degli esperti in Economia, ma i contraccolpi politici.
Oggi Di Maio ha ribadito le sue perplessità circa la decisione dell’esecutivo transalpino di mettersi di traverso all’operazione. Il Ministro pentastellato ha usato parole dure nei confronti dei colleghi transalpini. Di Maio ha sottolineato infatti lo sconcerto e la delusione riscontrate tra i vertici di Renault che non avrebbero essi stessi gradito l’intromissione.
Di fatto il mancato accordo fa perdere una ghiotta occasione per l’Europa. Il nostro continente avrebbe occupato la poltrona di preminenza sul mercato mondiale dell’auto. Il che significa controllare la fetta probabilmente più importante dell’economia mondiale e quindi il potere.
Il break di Parigi è arrivato poco dopo la mezzanotte parigina di ieri, proprio mentre le due delegazioni stavano concertando il comunicato comune che avrebbe annunciato la fusione.
Ora lo scenario è ripiombato ai giorni precedenti i primi incontri tra le due compagnie. Restano i problemi di fondo che avevano consigliato un’azione comune anche in considerazione delle sfide future che riguardano il comparto automobilistico e tecnologico.
FCA e Renault adotteranno probabilmente posizioni di concorrenza, mentre il momento storico avrebbe suggerito azioni congiunte per fronteggiare le sfide con le case americane, tedesche e dell’Est.
Il Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha dichiarato che l’intervento governativo non ha nulla a che vedere con la politica. Secondo Le Maire la fusione avrebbe messo a repentaglio l’alleanza con Nissan. E ciò dimostrerebbe che la Francia avrebbe preferito un atteggiamento a difesa dei propri diretti vantaggi piuttosto che un’azione benefica per l’intero continente.
Il problema di fondo che resta sul tappeto è quindi quello di un coordinamento ed una mentalità “europea” che viene troppo spesso invocata dagli Stati forti dell’Unione, ma che vengono di fatto disattesi quando gli interessi strategici prendono il sopravvento. Un Europa da rifondare sotto questo aspetto, che rischia di vanificare ogni sforzo unionista.
Di Maio ha aggiunto che il governo italiano prende atto della situazione.
(Foto Ansa)